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Indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari

Nov 27, 2024

Il Regolamento 1924/2006 stabilisce le regole per l’utilizzo delle indicazioni nutrizionali e di salute (Claims) che possono essere rivendicate sulle etichette degli alimenti e/o con la pubblicità.

Lo scopo del regolamento è quello di proteggere la salute dei consumatori e renderli più consapevoli delle scelte attraverso la corretta informazione.

Il parlamento europeo con la risoluzione 17 ottobre 2024, n. 5729 “Attuazione del regolamento (CE) n. 1924/2006 relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari”, pubblicata sulla Gazzetta del 17 ottobre, ha evidenziando la necessità di definire profili nutrizionali e di affrontare le problematiche legate all’obesità e alle cattive abitudini alimentari. 

I principali punti del recente provvedimento unionale sono:

  • garantire che le indicazioni nutrizionali e sulla salute siano precise, scientificamente fondate e significative per i consumatori;
  • definire profili nutrizionali per limitare l'uso di claims su alimenti ricchi di grassi, zuccheri e sale;
  • favorire una etichettatura sempre più chiara ed esaustiva;
  • limitare l'indicazione "senza zuccheri aggiunti" quando sono presenti edulcoranti;
  • aiutare i consumatori a fare scelte più sane;
  • fermare la diffusione sul web di claims nutrizionali e sulla salute non autorizzati e potenzialmente ingannevoli.

Il Parlamento europeo ricorda, tra le altre, che «le indicazioni non dovrebbero indurre in errore i consumatori circa il reale valore nutritivo di un prodotto», e che, «in assenza di profili nutrizionali, le indicazioni possono porre l'accento su un aspetto positivo di un prodotto complessivamente non sano o di un prodotto che supera le soglie di determinate sostanze nutritive»; iinvita, quindi, la Commissione e gli Stati membri ad «istituire una rete di conoscenze finalizzata a sostenere il gruppo di lavoro sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute», sottolineando come tale rete «dovrebbe contribuire a facilitare lo scambio delle migliori pratiche, colmare i divari di interpretazione tra gli Stati membri e affrontare le disparità di applicazione».

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